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Se Eraclito avesse detto «bau!»

di Armando Massarenti

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20 settembre 2009

«Se tutte le cose andassero in fumo, le nostre narici imparerebbero a distinguerle l'una dall'altra». Le storie della filosofia lo apostrofano come «l'Oscuro», ma io ho sempre trovato questo – e altri – frammenti di Eraclito, oltre che splendidi, di una chiarezza adamantina. Ci parla della sorprendente pulsione degli esseri umani a classificare e distinguere, che non verrebbe meno neppure se tutto andasse distrutto. Ma ci invita anche a riflettere sui nostri sensi.

Avete mai notato che esiste una notevole variabilità nella capacità delle diverse persone di percepire gli odori? C'è chi ad esempio ne distingue più d'uno in contemporanea, e magari uno è un profumo e l'altro è una puzza, mentre altri sentono solo o l'uno o l'altro. Oppure li sente con un'intensità tale da ritenere insopportabile un certo ambiente, o una persona, mentre altri non percepiscono il problema. Può darsi allora che le nostre narici siano, a loro volta, l'una un po' diversa dall'altra. Di certo le nostre non sono come quelle di altri animali, come spiega bene un piccolo libro divulgativo, scritto da Monica Morelli, La fisica del bau (Editoriale scienza), che si vale di una presentazione di Margherita Hack.

Nell'intervista al signor Cane si parte dall'olfatto per spiegare un concetto della fisica come il moto browniano. Notando che l'intervistatrice non sente nessuno degli odori che lui descrive, il signor Cane osserva: «Certo voi bipedi siete scarsetti quanto a olfatto. I recettori che hai nel naso sono circa 5 milioni. Io invece ne ho circa 220 milioni!». «Aspetta, che cosa sono i recettori?». «L'aria arriva nel naso attraverso le narici e arriva su un "foglio" di cellule che contiene i milioni di neuroni recettori dell'olfatto». Neuroni. Vale a dire cellule come quelle del nostro cervello ma a diretto contatto con l'atmosfera! Tra mente e materia non c'è poi quella grande distanza. Gli odori sono fatti di molecole esattamente descrivibili chimicamente, ma arrivano al nostro naso dopo un grande numero di incidenti, immersi in quel gran caos che è l'aria, una mescolanza di gas diversi sempre in movimento, il cui moto caotico è appunto quello descritto dal fisico Robert Brown nel 1827. Ripensando a Eraclito, è come se le cose in qualche modo fossero già in fumo. Chi più chi meno, grazie al proprio naso e al proprio cervello, è in grado di distinguerle l'una dall'altra.
a.massarenti@ilsole24ore.com

20 settembre 2009
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